Un gruppo di modelli, selezionato in base al genere, diventa un catalogo di modelli. Un Model Book o un Motif Book se di soli "schemi". Grazie al fatto che l'inglese è una lingua più agile e meno precisina dell'italiano, un Motif / Model Book diventa un contenitore abbastanza elastico per raccolte di vario genere, ma concettualmente omogenee. Che siano schemi all'uncinetto o tatuaggi Maori, al Motif Book poco importa, non fa lo schizzinoso!
Ognuno di noi ha dei propri Model Books, alcuni più personali di altri, ma bene o male in casa almeno uno ne abbiamo. Il concetto di Libro di Modelli è vecchio, anzi antico. Sicuramente esistevano delle raccolte di esempi da replicare - fedelmente - in ambito egizio; fiorentissimo fu il mercato delle copie greche nel mondo romano; nel Medioevo nascono le prime raccolte vere e proprie.
(COPIA - confr.: Enciclopedia dell'Arte Medievale (1994) di H.L. Kessler Enciclopedia Treccani)
Se da una parte nascevano i primi "cataloghi ragionati" quali i bestiari ed erbari più o meno fantastici, ci doveva essere anche una produzione varia di "cataloghi di modelli" per avere sia riferimenti sia un catalogo da cui attingere e - soprattutto - sapere ciò che era lecito e corretto riprodurre.
Un tal santo doveva essere replicato con i giusti attributi e riferimenti per poter essere subito identificato, una sacra immagine doveva avere certe caratteristiche per poter essere venerata e non correre il rischio di cadere in errore o blasfemia.
Nella Vita sancti Pancratii dell'inizio del VIII secolo, si fa riferimento a due volumi di raffigurazioni sacre dell'Antico e del Nuovo Testamento, che vennero usati dai missionari in Sicilia per decorare le nuove chiese. Anche l'analisi di altri cicli pittorici ci permette di dedurre l'uso di cataloghi di motivi.
Inizialmente dovevano essere poco più di fogli sparsi, piccole tavole, rotoli di disegni allegati ad altri testi. Di proprietà di monasteri ed abbazie, erano forse a disposizione di maestranza laiche nel caso in cui fosse necessario. Sicuramente le maestranze specializzate, che si spostavano seguendo le grandi commesse, hanno contribuito allo scambio di stili e motivi. Vedi ad esempio, le maestranze senesi ed aretine di scuola giottesca che eseguirono la decorazione pittorica della Basilica di Galatina, i "maestri commacini", le maestranze tedesche che edificarono a Palermo la Chiesa di Santa Maria Alemanna intorno al 1220. Gli esempi sono tantissimi.
Esistevano comunque delle raccolte, più o meno omogenee, di quelli che oggi potremmo definire "cataloghi e manuali" per realizzare motivi e decori per libri miniati, elementi architettonici e tessuti.
Model Book of Initials | Tuscany, Italy; ca. 1175 | The Fitzwilliam Museum, Cambridge |
Bisogna aspettare fino al 1210 (circa) per avere un micro catalogo ragionato di disegni e motivi, il Reiner Musterbuch. Lettere ornamentali, animali e vari disegni astratti non direttamente legati alla religione.
Reiner Musterbuch |