Domenica scorsa. Mare finalmente. Unica finestra di sole di questa primavera latitante. Cani che corrono felici, bimbetti urlanti che vogliono bagnarsi i piedi, mamme ancora più urlanti che "no, non si può", papà che fanno i vaghi, signore temerarie che prendono la tintarella in costume. L'acqua, secondo i miei sensori termici, era a -48° ed il venticello teso non era proprio l'ideale per leggere sdraiati e quindi è scattata la passeggiata sulla battigia alla ricerca di qualche tesoro. Purtroppo gli stabilimenti, diligentemente, avevano già pettinato la spiaggia e quindi il mio bottino è stato veramente scarso. Qualche tellina, a cui non ho resistito, un paio di pezzetti di vetro levigato e rami contorti e dilavati dal mare. In realtà c'era un ramo di un paio di metri, bellissimo, bianco, con pochi e corti rami ai lati. Con una bella base lineare sarebbe stato perfetto come appendiabiti, ma lo sguardo torvo del fidanzato ha fatto accantonare l'idea. Non ha dovuto parlare... lo sguardo diceva una roba tipo "non entra in macchina" oppure "io non ci metto mano a costruirlo". Uffa.
Sono anni che ne raccolgo di questi legni, me li porto a casa e poi non so cosa farci. Ma stavolta è scattata l'idea. Anzi le idee. Con uno, particolarmente appropriato, ci farò un espositore per le collane in vista del mercatino del 9. Degli altri, dopo prove su prove, il mio fidanzato (stavolta nei panni della vittima) è riuscito ad ottenere dei tondini. L'idea di partenza era quella di fare dei bottoni per gli scaldacollo del prossimo inverno, ma il legno a mollo in acqua salata si dilava, perde consistenza, struttura ed è impossibile forarlo senza che si sbricioli.
Quindi? Quindi orecchini. Questi sono davvero esemplari unici, visto che erano gli unici due tondini uguali - quasi - per dimensione, spessore e colore. Li ho immersi nel protettivo opaco per tre volte ed adesso sono decisamente solidi! Gli scatti non rendono giustizia, o vengono giallino svenuto o rosso hamburger e Photoshop questa volta non mi sta aiutando.
Quando ero piccola mio padre mi chiamava "il criceto". Non perché avessi incisivi particolarmente sviluppati o avessi l'abitudine di mettermi il cibo nelle guance, ma perché riuscivo ad aumentare il volume della carta a mia disposizione.
Chi ha mai avuto un criceto sa perfettamente che per farsi il nido riesce a "volumizzare" qualsiasi materiale, carta in particolare, riducendolo a pezzetti e striscioline. Io facevo più o meno la stessa cosa ritagliando, incollando, custodendo gelosamente ogni pezzetto di carta che mi passava tra le mani e visto che ho avuto genitori abbastanza permissivi riguardo le attività creative questa tendenza è aumentata invece di diminuire.
Adesso i miei "volumi" di carta sono abnormi, non riesco a resistere e finisco per tenere qualsiasi supporto cartaceo degno del mio interesse. Tagliare una parte di un foglio integro mi fa soffrire e allora mi limito spesso a rifilarlo, a tagliare striscioline laterali, ad ottimizzare il taglio per non perdere definitivamente la bellezza di quella superficie perfetta. Facendo di vizio virtù, le striscioline sono diventate rotolini e i rotolini... altro.
Queste sono cose nuove e vecchie, fatte con amati ritagli di divino cartoncino Canson. In realtà sta meglio così (il cartoncino) che ad invecchiare nei cassetti. Secondo me è pure contento.




Come ottimizzare la pappa rosa di cui sotto? Perle. Mi sembrava ottimo, ma ho scoperto che quelle sfere praticamente perfette, una volta asciugate si sono rattrappite in modo irregolare. Oddio, delle pallocche bitorzolute rosa, "adesso le butto o ci faccio un gioco per le belve pelose" (che tanto giocano con tutto tranne che con i loro giochini) pensai. Però la mia anima da formica pazza si è ribellata e mi ha fatto ricordare una collana che avevo visto a Londra milioni di anni fa. Molto primitiva, grezza, con le perle distanziate su filo metallico. Ma come eliminare il colore? Acrilico!
Prende su tutto, non scolora e non macchia una volta asciugato. Perfetto. Vogliamo esagerare? Esageriamo. Acrilico metallizzato bronzo, comprato per una tela finto-Klimt mai realizzata. Un paio di mani di protettivo e il gioco è fatto. E visto che di perle ne avanzano ecco anche gli orecchini.


Non si poteva rimanere a casa.
La cosa più bella è stato vedere tante, tantissime persone non più giovanissime, magari con i nipoti già grandi, con la maglietta bianca di Emergency. Di quelli che davvero non ti aspetti di trovare in piazza, in una manifestazione. Sarò anche io così? A 60, 70 anni avrò ancora la voglia/forza/ideale di scende in piazza per qualcosa in cui credo? Spero davvero di avere ancora la voglia/forza/ideale.
La primavera si avvicina, o almeno così sembra alle mie piante. Le sento che brontolano e fremono, tutte prese a cacciare fuori nuovi germogli e ipotesi di fiore. Io sto ancora con i maglioni! Però i campi sono pieni di colore e ne ho approfittato per regalarmi un mazzetto campestre rubacchiato dal prato sotto casa. E' proprio carino e in effetti fa molto primavera.
Era molto carino... prima che le belve feline lo trovassero! Hanno vinto loro. Tolto dal tavolo e messo in alto - abbastanza in alto - per salvare il salvabile.
Ispirata da cotanta bellezza e freschezza, ho scavato nella cassapanca delle stoffe e tra quelle di Ikea e quelle di nonna ed ecco i l risultato.
L'imbottitura delle foglie non mi convince molto, adesso smonto e le rifaccio.
Il lunedì è già così lunedì che non si possono fare cose con gli angoli... troppi spigoli. Già l'appuntamento con il dentista mette di cattivo umore, se poi è pure lunedì e per di più piove a tratti è davvero troppo!
E allora per smussare un po' sta giornata con gli aculei ci voleva una cosa tonda.
Scavando nei cassetti delle carte dimenticate - troppe, ma sempre troppo poche - ecco il foglio di carta di riso comprato per rifoderare una lampada e mai usato per quello. Che ci faccio? Troppo sottile da solo... ma doppiato forse no. Santa colla mi aiuta come al solito. Una perla ricavata da un ex braccialetto smontato. La lacca per sostenere il tutto.
Ed ecco qua. Alla faccia del dentista.
Aiuto, aiuto... il primo post della mia vita!
Vabbè iniziamo. Sto approfittando di un periodo di pausa per fare un po' di cose serie, anzi serissime. Tipo mettere in pratica tutta quella serie di idee, progetti, esperimenti che mi frullavano per la testa da un po' di tempo.
Dopo aver torturato le amiche con richieste di commenti e/o critiche sulle mie creazioni e visto che tutte non solo non mi hanno mandato al diavolo, ma anzi mi hanno gratificato con complimenti (non so se per educazione o per togliermi di torno) mi son detta: perché no? Perché non provare a confrontarsi con qualcuno che non si conosce?
Con qualcuno che magari ha le tue stesse passioni e interessi? E allora eccomi a scrivere questo primo post e vediamo che succede.
Già dal nome del blog mi sa che si capisce che mi piace giocare con la carta, i colori e la colla e anche se sono alla soglia dei malefici 40 non penso smetterò mai di farlo!
Bando alle ciance, mi diverto a fare "gioielli" con la carta e non solo. Ed ecco qui una delle prime creature.
