Le sorprese arrivano quando meno te lo aspetti e - a volte - sbucano proprio dove meno immagineresti. Fine giornata dell'escursione
Il treno dei luoghi organizzata da
Tour in Galatina, la stanchezza un po' si fa sentire e mescolata al caldo non predispone l'anima nel migliore dei modi; nel programma c'è la visita ad un'azienda vinicola.
Periferia di Nardò, la zona è anonima, case basse e strade vuote, il sole che scivola verso ovest regala ombre lunghe e permette di alzare lo sguardo oltre l'orlo del cappello, alla seconda svolta lungo la strada ecco là, a destra, un cancello aperto.
E' qui? Si entra? Sì, si entra...
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Schola Sarmenti | Cortile |
Si entra in un altro mondo che poco c'entra con quello fuori, anche se le radici - in ogni senso - sono ben salde sul territorio. S'entra nella
Cantina Schola Sarmenti.
C'entra poco perchè la cura, l'estetica, la ricerca dell'allestimento del wine bar, della cantina e delle vecchie cisterne ora bottaie, sanno di nordico, sanno di qualcosa di lontano dal barocco che rende famose queste terre. E poi ti rendi conto che invece no, è questa la vera espressione di queste terre, è questo un viaggio a ritroso che affonda le sue radici ben più lontano del barocchetto dilagante, qualcosa che nella sua ricercatissima semplicità ti fa arrivare all'essenziale della terra rossa salentina.
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Schola Sarmenti | Botti di rovere |
E qui inizia la storia, raccontata con passione e competenza da
Maria Teresa Godino, la storia di vitigni quasi centenari, recuperati con passione dalle famiglie Marra
e Calabrese, artefici anche del restauro delle cantine e del vecchio
stabilimento vinicolo costruito nella metà dell'ottocento e rimasto
chiuso per oltre 50 anni. La storia di vitigni minimi, dalla resa
bassissima ma di eccezionale qualità, la storia della scelta della
coltura biologica con l'uso esclusivo di concimi naturali e con la
particolare potatura.
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Schola Sarmenti | Ex Cisterne ora Bottaie |
Quella che potrebbe sembrare una normale azienda vinicola, si rivela una
mission vera e propria, un culto di quel nettare che è frutto della
terra e della fatica, del meraviglioso succo che nasce dall'incontro
dell'uomo e della terra, madre dura e generosa al contempo.
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Schola Sarmenti | Wine bar |
A rappresentare in modo sublime questa mission aziendale è il
Diciotto, un
Primitivo particolarissimo, prodotto in edizione limitata e
solo nelle annate in cui i vitigni riescono a produrre uve sia in
quantità sufficiente ma - sopratutto - in qualità necessaria ad arrivare
naturalmente alla gradazione di 18°. I vitigni utilizzati sono alberelli pugliesi, il che implica una lavorazione manuale, faticosa quanto meticolosa, per realizzare la "potatura verde" ossia l'eliminazione di alcuni grappoli per lasciare sulla pianta anche solo 4 o 5 grappoli d'uva.
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Schola Sarmenti | Cantina |
Il cortile interno, meravigliosamente allestito in stile
shabby-salentino, si rivela area comune e snodo tra i due corpi di
fabbrica, tra la cantina vera e propria ed il wine bar, creando una
fluida continuità tra le due realtà. Il mio occhio di grafica non ha
potuto fare a meno di notare - ed apprezzare sommamente - il logotipo ed
in genere tutta l'immagine coordinata tra le etichette dalla forma
particolare ed i packaging in legno. Meraviglia!
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Schola Sarmenti | Diciotto | Degustazione |
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Schola Sarmenti | Wine bar | Le mani di Teresa che raccontano... |
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Schola Sarmenti | Wine bar |
Per il titolo di questo post ringrazio
Luigi Veronelli (enologo, cuoco e gastronomo) e dico anch'io così dopo aver assaggiato il
Diciotto, nettare superbo da vigneti bonsai.
Io non sono una fan dei vini, ma l'atmosfera che si deve respirare in questo bellissimo posto dev'essere davvero unica**
RispondiEliminaMi stai dicendo che tu, ad un tiro di schioppo dalle Langhe, non bevi vino??? Ma sei sicurasicurasicura di quello che dici? Quindi quella roba tipo Dolcetto, Barolo, Bonarda non ne sai nulla?
EliminaSoffro...
Benvenuta nella mia terra!
RispondiElimina:)
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