Al V&A Museum ho fotografato tante di quelle cose che l'archiviazione la sto continuando ancora adesso, a quasi 6 mesi di distanza. Ma va bene così, perchè le immagini hanno avuto la possibilità di decantare nel mio cervello e nel mio HD, lasciandomi abbastanza distacco da buttare quelle venute non bene e ricercarle on line. Tra le varie, ricordavo di aver scattato alcuni gioielli indiani che volevo recuperare proprio ora in concomitanza con la produzione di Porcelain India, ma quelle che ricordavo come buoni scatti erano in realtà foto bruttine. Buone come riferimento ma non degne di pubblicazione. In particolare ricordavo degli ornamenti per turbante del periodo Mughal, ed ovviamente erano le foto venute peggio! Sicchè è partito il setaccio nell'archivio on line del V&A e ho trovato quello che cercavo. Lui:
Turban Ornament | Gold set with diamonds, rubies, emeralds and pale beryls | Pakistan | Early 18th century |
Raja | handpainted paper suite |
Ho poi optato sulla mescolanza oro/argento che normalmente avrei evitato, ma qui mi sembrava funzionare bene. Usando il colore metallizzato oro per marcare pesantemente i bordi del disegno ho mantenuto il legame con l'ornamento originale, ma usando i castoni argentati mi sono avvicinata all'oreficeria indiana bassa, quella realizzata con argento indiano (una lega di metallo composto all'80% da argento e al 20% da rame), pietre semiprezione e smalti.
Raja | handpainted paper earrings |
Il colore metallizzato, usato non diluito ed in alto spessore, rimane molto brillante e tridimensionale anche al di sotto della vernice protettiva regalando quasi un effetto filigrana. Trucchetto che userò ancora! :D
Il pendente ho deciso di farlo diventare girocollo, montandolo su di un filo di perle di vetro giallo zafferano, che recupera sia il colore dominante dorato del decoro, sia il colore interno dei fiori.
Raja | handpainted paper suite |
Mi dirai che se all'italiano lasci la possibilità di fare qualcosa, questo AUTOMATICAMENTE la farà come gli pare a lui, s'arrampicherà sulla Nike o cercherà di farsi un selfie con la Gioconda. Senza contare tutti i cretini che fanno le foto con il flash perchè "non so come si toglie"* sicchè è meglio vietare tutto che provare ad educare.
Comunque a Londra ho scattato tanto di quel materiale di riferimento che mi basterà per decenni anche se alla fine le foto reperibili sui siti dei musei londinesi sono di qualità superiore, eseguite da professionisti e corredate di tutte le info che servono. Perchè, tragicamente, i siti del V&A, del British e della National Gallery hanno digitalizzato, reso disponibile e scaricabile - anche ad alta risoluzione - la gran parte dei pezzi esposti. Dico tragicamente perchè noi, in Italia, culla de sta famosa antichità classica, nazione che potrebbe campare di turismo culturale, se dentro ad un nostro museo troviamo una brochure impolverata dobbiamo fare i salti di gioia e per la parte on-line... stendiamo un velo pietoso. Alzi la mano chi - almeno una volta nella vita - cercando info di orari, biglietti o altro, non si sia perso in siti mal costruiti, non aggiornati da anni, mancanti di contenuti ma ricchissimi di 404!
*Sull'uso del flash ho intenzione di realizzare una petizione per chiedere alle case di produzione di macchinete digitali e strumenti fotografici di ELIMINARE il flash incorporato. Il falsh non si usa!!!! Appiattisce l'immagine, elimina la profondità di campo, fa venire gli occhi rossi e crea ombre innaturali. Il flash è il male (uno dei). :D
Che meraviglia!
RispondiEliminaGrazie! :)
EliminaDirei che hai interpretato al meglio lo stile dell'ornamento, brava!
RispondiEliminaThanks! <3
EliminaAh, che nervo scopertissimo mi hai toccato! Io che avrei studiato marketing delle istituzioni culturali con la vana illusione di riuscire un giorno a farne un lavoro (pensa che fessa!) e magari contribuire a migliorare le cose (visionaria drogata!)... Invece mi tocca vedere bookshop tristissimi con robe più brutte di quelle vendute dal marocchino per strada, siti web che dire antiquati è un eufemismo, materiale informativo che ti informa solo sull'incompetenza di chi l'ha creato, mancanza totale di punti di ristoro all'interno del museo (cosa scontata ovunque, nel mondo) o, ancora peggio, pseudo-bar con 4 tavolini stile povero anni '60 e la bottiglietta d'acqua a 15 euro... Io nei musei italiani soffro come un cane.
RispondiEliminaE' una situazione tanto dolorosa quanto imbarazzante. Da una parte c'è l'orrore (di sinistra) che fare soldi con la cultura sia immorale, dall'altra c'è l'idea (di destra) che la cultura sia uno spreco di tempo e risorse, in mezzo signore con la pelliccia (che vanno a vedere mostre che non capiscono, che c'hanno i biglietti gratis perchè sono amiche dell'assessore di turno, che blaterano stupidità fastidiose tipo "Caravaggio era un animo tormentato").
EliminaAnche io soffro. Tanto.
Mi piace la mescolanza di oro e argento!
RispondiEliminaLasciamo perdere il discorso sul flash (serve forse solo se sei solo in casa, con una gamba ingessata, sulla sedia a rotelle - la sedia a rotelle per una stanza di tre metri per due? - e Perry Mason cerca di strangolarti), e, soprattutto, lasciamo perdere il discorso sulle foto nei musei, mi ci incazzo :)
Forse può servire anche se sei aggredito di notte dagli zombie... o da uno squalo. Ma solo in questi casi.
EliminaOk, lasciamo perdere le foto nei musei. ;)
Ohhh ma questi me li stavo perdendo!!!
RispondiEliminaBellissimi!!!
Invece per i musei italiani: no comment.