martedì 22 luglio 2014

Il vino è il canto della terra verso il cielo. Schola Sarmenti

Le sorprese arrivano quando meno te lo aspetti e - a volte - sbucano proprio dove meno immagineresti. Fine giornata dell'escursione Il treno dei luoghi organizzata da Tour in Galatina, la stanchezza un po' si fa sentire e mescolata al caldo non predispone l'anima nel migliore dei modi; nel programma c'è la visita ad un'azienda vinicola.
Periferia di Nardò, la zona è anonima, case basse e strade vuote, il sole che scivola verso ovest regala ombre lunghe e permette di alzare lo sguardo oltre l'orlo del cappello, alla seconda svolta lungo la strada ecco là, a destra, un cancello aperto.
E' qui? Si entra? Sì, si entra...

Schola Sarmenti | Cortile

Si entra in un altro mondo che poco c'entra con quello fuori, anche se le radici - in ogni senso - sono ben salde sul territorio. S'entra nella Cantina Schola Sarmenti.
C'entra poco perchè la cura, l'estetica, la ricerca dell'allestimento del wine bar, della cantina e delle vecchie cisterne ora bottaie, sanno di nordico, sanno di qualcosa di lontano dal barocco che rende famose queste terre. E poi ti rendi conto che invece no, è questa la vera espressione di queste terre, è questo un viaggio a ritroso che affonda le sue radici ben più lontano del barocchetto dilagante, qualcosa che nella sua ricercatissima semplicità ti fa arrivare all'essenziale della terra rossa salentina.


Schola Sarmenti | Botti di rovere
E qui inizia la storia, raccontata con passione e competenza da Maria Teresa Godino, la storia di vitigni quasi centenari, recuperati con passione dalle famiglie Marra e Calabrese, artefici anche del restauro delle cantine e del vecchio stabilimento vinicolo costruito nella metà dell'ottocento e rimasto chiuso per oltre 50 anni. La storia di vitigni minimi, dalla resa bassissima ma di eccezionale qualità, la storia della scelta della coltura biologica con l'uso esclusivo di concimi naturali e con la particolare potatura.


Schola Sarmenti | Ex Cisterne ora Bottaie
Quella che potrebbe sembrare una normale azienda vinicola, si rivela una mission vera e propria, un culto di quel nettare che è frutto della terra e della fatica, del meraviglioso succo che nasce dall'incontro dell'uomo e della terra, madre dura e generosa al contempo.

Schola Sarmenti | Wine bar

A rappresentare in modo sublime questa mission aziendale è il Diciotto, un Primitivo particolarissimo, prodotto in edizione limitata e solo nelle annate in cui i vitigni riescono a produrre uve sia in quantità sufficiente ma - sopratutto - in qualità necessaria ad arrivare naturalmente alla gradazione di 18°. I vitigni utilizzati sono alberelli pugliesi, il che implica una lavorazione manuale, faticosa quanto meticolosa, per realizzare la "potatura verde" ossia l'eliminazione di alcuni grappoli per lasciare sulla pianta anche solo 4 o 5 grappoli d'uva.

Schola Sarmenti | Cantina
Il cortile interno, meravigliosamente allestito in stile shabby-salentino, si rivela area comune e snodo tra i due corpi di fabbrica, tra la cantina vera e propria ed il wine bar, creando una fluida continuità tra le due realtà. Il mio occhio di grafica non ha potuto fare a meno di notare - ed apprezzare sommamente - il logotipo ed in genere tutta l'immagine coordinata tra le etichette dalla forma particolare ed i packaging in legno. Meraviglia!

Schola Sarmenti | Diciotto | Degustazione

Schola Sarmenti | Wine bar | Le mani di Teresa che raccontano...

Schola Sarmenti | Wine bar

Per il titolo di questo post ringrazio Luigi Veronelli (enologo, cuoco e gastronomo) e dico anch'io così dopo aver assaggiato il Diciotto, nettare superbo da vigneti bonsai.

Schola Sarmenti
Via Generale Cantore 37
73048 Nardò (Le) - ITALIA
Schola Sarmenti
info@scholasarmenti.it


4 commenti:

  1. Io non sono una fan dei vini, ma l'atmosfera che si deve respirare in questo bellissimo posto dev'essere davvero unica**

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    1. Mi stai dicendo che tu, ad un tiro di schioppo dalle Langhe, non bevi vino??? Ma sei sicurasicurasicura di quello che dici? Quindi quella roba tipo Dolcetto, Barolo, Bonarda non ne sai nulla?
      Soffro...

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