Una volta un terapeuta mi disse che avevo poche amiche femmina a causa del cattivo rapporto che ho con mia madre. Davanti ad una tale fiera dell'ovvio, rigraziai ed alzai i tacchi. A mai più rivederci!
Ovvio a parte, su mia madre aveva ragione, siamo davvero incompatibili, due mondi opposti, due realtà parallele. Ci piacciono cose diverse, dal cibo ai film, dai colori ai vestiti, abbiamo proprio due standard di vita con anche valori morali divergenti. Non c'è margine di recupero, non c'è dialogo. Anche perché ci parliamo e non capiamo. O meglio Lei parla... io mugugno cose a caso, mentre cerco di seguire i suoi discorsi. Non capisco! Non capisco!
Usa una sintassi tutta sua, raccordi mentali che sembrano autoscontro, giri di parole infiniti e incasinati come un gomitolo passato tra le zampe di un gatto, perifrasi manzoniane che io oramai ho rinunciato a decodificare. Se parlasse fenicio avrei maggiori possibilità di capirla.
Il picco di follia lo raggiunge quando mi deve dare un'informazione o una comunicazione qualsiasi.
Un esempio? Eccolo, fresco fresco, di domenica. Era un invito ad un aperitivo. Il concetto era questo:
Questa sera c'è un aperitivo a casa di X per il suo compleanno. Siete invitati, ci saranno queste persone - lista orientativa - fammi sapere se vieni. Stop.
Chiaro no? Ecco, peccato che l'ho capito solo 2 giorni dopo, attraverso telefonate traverse ad altri.
Per dirmelo Ella mi ha chiamato domenica alle 11 di mattina e...
Drinnnnnn
Pronto?
Pronto!
Sono mamma.
Oh, dimmi tutto
Allora, senti, volevo dirti che, essendo oggi il compleanno di X, magari, ricordati di fargli uno squillo, però o lo chiami ora o dopo le 16, perché prima ha un appuntamento dal commercialista che sta a Prati e lo sai che lì è un casino, quindi ci deve andare in taxi e allora non lo trovi. Ecco volevo dirti questo. Hai fatto colazione?
Eh? Si, si... già fatto. Allora adesso lo chiamo. Ok.
Ah, ecco, volevo anche dirti che io e Livietta (usa solo diminutivi) oggi pomeriggio andiamo a fargli gli auguri a casa, perché, lo sai no? Certo che lo sai, che non esce volentieri in questo periodo, e allora ci andiamo noi a fargli gli auguri e ti volevo anche dire che ....
PUFF... parte la musichetta d'attesa, metto il cervello in modalità risparmio energia e butto là ogni tanto un
ma certo, eh! eccome no? solo per far capire che non è caduta la linea.
A fine telefonata non ho la minima idea di che cavolo mi abbia detto, ragion per cui ho bucato l'aperitivo e, negli anni, molte, molte altre occasioni, feste, cene, etc.
Ma la sua tattica comunicativa migliore è la famosissima "ti ricordi?". La usa anche mia suocera, quindi mi sa che è abbastanza diffusa e serve a far
incaz alterare i propri figli in modo superlativo. Se non la conoscete funziona così:
Mamma: Oh, ti saluta Antonietta. L'ho incontrata ieri.
Io: Chi???
M: maccome, Antonietta!
I: ma Antonietta chi?
M: Dai, Antonietta! La figlia di Enzino e Paoletta!
I: Eh?? Enzino e Paoletta? Ma chi sono? mai sentiti.
M: Eh, si certo, mai sentiti! Ti ricordi casa vecchia?
I: si
M: Ecco, al piano terra, chi ci abitava?
I: ma che ne so! Quello che ho centrato con la pecora di zucchero???? Eh?
M: Ma sei stupida! Al piano terra ci abitavano GianClaudio e la moglie, con quel giardino bellissimo... ti ricordi che rose meravigliose?
I: no, non mi ricordo. Ma che c'entrano questi due con... come si chiama... Antonietta?
M: C'entra che GianClaudio e la moglie avevano questi due amici carissimi che abitavano in via Buzzatti, Enzino e Paoletta. Antonietta è la loro figlia piccola.
I: no mamma, non mi ricordo ne' di GianClaudio ne' della moglie, ne' di questi amici di via Buzzatti. Non mi ricordo nulla, non ho mai incontrato/visto/parlato con questa Antonella.
M: macchè Antonella! Antonietta! Lei si ricorda perfettamente di te e ti saluta tanto caramente.
I: Vabbè uguale, non la conosco non l'ho mai vista.
M: non è possibile che non te la ricordi. Giocavate sempre insieme.
I: G-i-o-c-a-v-a-m-o??? Mamma, di che era geologica stiamo parlando?? Devoniano? Pre-Cambriano? Definisci: giocare SEMPRE insieme. Quante volte abbiamo "giocato sempre insieme"?
M: Be' in effetti son passati un po' di anni, diciamo una 30ina... guarda sicuramente avete giocato insieme quella volta che ti ho portato dal pediatra e c'erano anche loro in sala d'attesa. Ecco, sicuramente avete giocato quella volta. TI RICORDI?