sabato 29 maggio 2010

Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro per me

Magari fosse davvero azzurro! Niente, anche oggi sole alla mattina e nuvole a mezzogiorno che preparano il monsone del pomeriggio. Quest'anno o mi viene la depressione da pioggia o mi crescono le branchie. Mi consolo con l'azzurro della carta, mancando quello del cielo.

Gli, ormai tipici per me, conetti di carta arrotolata con delle gocce di vetro (?) o pietra dura (?) che avevo comprato nel solito raptus da gazza ladra. Non so davvero che pietra sia, sempre che sia pietra dura. Bho. Però mi piace quella loro strana iridiscenza.



Queste invece, sono delle perline di papier machè di recupero. Nel senso che sono ancora quelle della maledetta pappa rosa che continuano ad avanzarmi. Giuro che adesso le butto.




E questi ultimi sono una new entry. Rimettendo a posto i miei cassetti infiniti, ho ritrovato una stranissima carta metallizzata, comprata per il layout di un catalogo di creme viso. Chiaramente il cliente ha detto di no e il campione di carta è finito nel fondo del magico cassetto.
E' abbastanza spessa e morbida da poter essere sbalzata, tipo le lastrine di rame. E allora spirali come primo esperimento.
L'unico problema è che, essendo carta metallizzata, il lucido protettivo si asciuga in circa 2 ere geologiche, ma se non ce lo passo, la superficie si riga.
Con un po' di abbronzatura dovrebbero andare bene, adesso con il colorito al neon sbattono un pochetto.




Sole! Sole! Sole! Ma quando arrivi?

giovedì 27 maggio 2010

In attesa delle modifiche

Ho latitato un po'. Piccolo vuoto creativo e non solo. Un cliente è risbucato nella mia vita lavorativa e ho dovuto rimettermi al computer a sfornare schede e sistemare foto.
Nella pause in attesa di modifiche però, qualcosina di veloce veloce me la sono concessa. Tutto tondo che così si riciclano i pezzi.
E sì, perché con l'interno della cornice del ciondolo ci ho fatto la base della spilla. Non si butta via niente!




E adesso si ritorna ad impaginare.

giovedì 20 maggio 2010

Roselline assassine

Con il 3D sono sempre stata negata. La modellazione, insieme all'attaccatura delle maniche, rientra nella mia personale categoria "belli e impossibili". Alle elementari i miei compagni facevano sculture con Das, io il posacenere con l'impronta della mano.
Il massimo dell'umiliazione fu quando facemmo degli orrendi vassoietti portaoggetti con roselline applicate. Erano tutti perfetti, schierati sui banchi di scuola, pronti per essere dipinti. Tutti perfetti... tranne il mio, che sembrava essere uscito da un incubo post-nucleare. Il vassoietto sembrava più un cratere da granata e le roselline delle piante carnivore mutanti. Insomma uno schifo assoluto. Iniziammo a dipingerli ed io, schiacciata dall'orrore della mia creazione, lo colorai con tale disgusto che diventò ancora più brutto... se fosse stato possibile. Era un incubo quasi pari alla tombola delle tabelline (tortura delle torture insieme all'analisi grammaticale). La maestra si avvicinò e mi disse "ma devi dipingerlo meglio! Guarda Annamaria com'è brava, ne ha già dipinti due".
Mi girai a guardare Annamaria e i suoi vassoietti perfetti e lei stava li' con i suoi boccoli perfetti, nel suo grembiulino bianco con il fiocco blu perfetto che sorrideva dondolando la testa tipo i canetti di peluches dietro alle macchine. Penso di aver sperimentato allora il sentimento dell'odio verso i boccoli, le roselline, i fiocchi e la modellazione. Finì che portai a casa come lavoretto per i genitori uno dei vassoietti di Annamaria facendolo passare come mio. Mia madre deve averlo ancora da qualche parte... i delitti impuniti resistono al tempo.

Quindi per riprendermi da tale umiliazione, a distanza di ben 30 anni, ho riprovato e ci sono ricascata. Ho comprato una confezione di Pasta Di Sale Pronta che prometteva - dall'illustrazione sulla scatola - di poter realizzare meravigliosi oggettini tra cui... roselline. Dovevo mollare lì, dovevo dare retta al campanellino nel cervello, erano gli incubi del passato che riaffioravano. Le roselline assassine!
Non gli ho dato retta e ho iniziato. Prendo le dosi, impasto, lavoro, modello. Volevo fare delle campanule, iniziare con una roba facile, dei conetti con l'orlo arricciato. Niente, eccole lì. Le piante carnivore mutanti riemergono dalla notte dei tempi e si materializzano sul piano da lavoro. Rimpasto e riprovo. Ancora loro. Rimpasto e riprovo. Al terzo tentativo mollo le campanule e faccio delle umili palline. Ne farò delle perle - penso mentre le inforno. Oh sulla scatola c'è scritto: Far asciugare in forno ad una temperatura massima di 50° per 2 ore. Giuro. Regolo il forno al minimissimo, metto il timer e faccio altro. Saranno passati 20 minuti che sento un rumore, un poft, un crack pong. Vado a vedere e... orrore! Un bollettino di guerra. La metà delle sferette era color biscotto bruciato, l'altra metà esplosa con i frammenti che fumavano sul fondo del forno.
Questo è stato 2 tentativi fa. E questo è il risultato.




Poche, brutte e distanti anni luce dalle intenzioni. E questo è il mono-orecchino che rimarrà mono e unico.


Questo è l'ultima volta in vita mia che ci provo. Ritorno alla carta. Lei almeno, se proprio va tutto male, la posso bruciare per vendetta.

mercoledì 19 maggio 2010

Cambio di taglia

Visto che qualcuno mi ha detto che faccio delle grandi cose in piccolo... mi sono allargata. No, non sono ingrassata, ho solo rivisto un po' i formati delle mie creazioni. La carta è bella ma fetente e, con la tecnica che uso per piegarla e laccarla, tende a dare dei problemi nei formati più grandicelli. Si piega, si distaccano gli strati e la laccatura tende a screpolarsi se non la sottopongo a lunghissime sedute di pressaggio che sinceramente sono una rogna e allungano i tempi da morire. Senza contare che più voglio fare oggetti grandi, maggiori devono essere gli strati e piegarla poi diventa davvero difficile. Però dal momento che sono testarda come una pigna, l'ho già scritto, prova e riprova alla fine qualcosa di XXL sono riuscita a farla e devo dire che sono anche soddisfatta.

Per questi ho bluffato un po'... lo spessore non è eccessivo, volevo lasciarli leggeri in modo che ogni elemento potesse muoversi senza pesare sui fili. Però sono molto d'effetto con i capelli tirati su.


Questi invece sono la versione XXL di un paio che avevo fatto in piccolo. Sono davvero esagerati per i miei canoni, ma l'estate si avvicina - spero - e qualcosa di evidente con il caldo è concesso. Piegarli senza che si rovinassero è stata davvero una faticaccia immane, ma ne è valsa la pena!



E questa è la faccia annoiata delle belve mentre aspettano che gli dia retta per giocare un po'. Quando armeggio con le mie cose non me le filo proprio e questo scatena la furia felina!

domenica 16 maggio 2010

Rosso

Ieri, mio padre mi ha portato una manciata di ciliegie.
Le poche scampate alla pioggia che sta facendo. Mi hanno fatto ricordare i cesti di frutta della mia infanzia, quando, io costretta e di mala voglia, passavamo il week-end nella casa di campagna con tutta la famiglia, nonni, zie, zii e cugini. A primavera c'era la raccolta della frutta ed ognuno aveva il suo compito con nonna-generale a diramare gli ordini alla truppa sbuffante. Le ceste di frutta erano enormi nei miei ricordi e soprattutto quelle delle ciliegie, scintillanti e turgide, mi sono ben chiare.
Quanta differenza con queste poche, solitarie, ciliegie. Le ho messe in una ciotolina a farsi compagnia tra di loro e avevo quasi timore a mangiarne qualcuna, poverette.
Ma poi mi è tornato in mente un altro fatto della mia infanzia, quando mio nonno portava, a me e a me soltanto tra i nipoti, le prime ciliegie colte. Le prime, scelte tra le più belle e raccolte in mazzetti da quattro, legati con dei fili d'erbe.
Tra questi mazzetti ce n'era uno che non mancava mai, quello con i gambi uniti a formare coppie di frutti, in modo che potessi metterle a mo' di orecchini mentre mangiavo le altre.
L'avevo dimenticato.
E invece il ricordo s'era solo nascosto, paziente, in qualche angolo della memoria, pronto a riemergere quando ci fossero state le giuste condizioni. Adesso. Adesso che è l'ultima primavera che passo in questa casa, la casa dei nonni, adesso che queste poche ciliegie appaiono poca cosa con quelle dell'infanzia, adesso che capisco quanto fossero belli quei momenti, adesso che sono così distanti.

Allora sono uscita in terrazzo e ho preso qualche filo d'erba, ho scelto le più belle e le ho legate assieme.






Mentre le guardavo mi è venuto un po' da piangere.
Ciao Nonno. Non mi sono dimenticata.

giovedì 13 maggio 2010

Non ci sono più le mezze stagioni

Ta-da! Fatte, cucite, montate, indossate. Quasi quasi sto diventando brava... Come diceva una vecchia amica "l'importante è crederci". E io ci credo! Con grande soddisfazione ecco a voi le spille Spring, la collana Poppy e con grandissimo sforzo di fantasia la collana Spring_02. Almeno mi metto la primavera addosso alla faccia del meteo.





Per evitarmi cuciture orride e visibili ho optato per l'effetto panino. Ho assemblato i fiori e le foglie tra di loro, ho ritagliato una sagoma in stoffa con lo stesso ingombro e ho incollato le due parti con la colla a caldo, lasciando il collarino in mezzo. Stessa storia con le spille. Per loro però la sagoma posteriore l'ho fatta con il feltro pesante, per dargli un po' di struttura, altrimenti svenivano su loro stesse con un effetto un tantino "sfiorito".

Per gratificarmi ulteriormente, mi sono concessa un attacco di "ordinite" e ho sistemato un po' di stoffe. Ho addirittura ritagliato dei rettangoli di cartone pesante per arrotolarci le pezze in modo da non doverle stirare ogni volta che mi servono. Ero talmente orgogliosa che le ho fotografate. Sarà mica un segno di demenza senile? Cioè è più da matte sistemare così le stoffe oppure fotografarle? Comunque eccole, così tanto per condividere.


mercoledì 12 maggio 2010

Spille Vudù

Sono entrata nella fase creativa "taglia e cuci". Ogni tanto bisogna alternare altrimenti le idee si ripetono troppo, eppoi è il periodo dell'anno in cui mi riavvicino ai tessuti. Sarà che a ogni primavera mi riprometto di cucirmi qualcosa, sarò che è una delle cose (il cucito) che mi riesce peggio, sarà che sono testarda come una pigna. In realtà mi riavvicino al cucito a primavera perché i vestitini li posso fare senza le maniche, che sono la mia bestia nera. L'attaccatura delle maniche mi è chiara come la costruzione di una centrale nucleare, anzi, di meno. Le volte che ho provato mi sono ritrovata con delle meduse grinzose e bozzute al posto delle spalle, ovviamente asimmetriche e con la fine delle maniche ad altezze diverse. Davvero penoso.

Per evitarmi altri nervosismi - che in questo periodo non mancano - ho rispolverato qualcosa di già sperimentato tanto per andare sul sicuro. Fiori di stoffa. Le assistenti pelose sono state molto contente di scoprire un nuovo attrezzo rumoroso... la macchina da cucito e soprattutto sono state contentissime di poter rovistare tra rocchetti di filo e ritagli di stoffa. Le stavo per strozzare quando finalmente sono riuscite a rubarmi una foglia imbottita e sono scappate via a nasconderla dietro qualche mobile. Finalmente in pace sono riuscita ad imbastire due spille e due collane. Adesso sono in fase di montaggio, infilzate come bamboline vudù, in attesa di cucitura definitiva.







Dovrebbero venire così. Montate su di un collarino rigido. Mi sa che stavolta userò la colla a caldo per fissarle in modo che non ci siano cuciture visibili.


E poi proverò ad attaccargli delle maniche!

lunedì 10 maggio 2010

Mercatino

Sdoganato il nervoso da prima esibizione. Devo dire che ero più curiosa che nervosa, e l'unica preoccupazione seria era il tempo metereologico. Alla fine c'era un bel sole e tutto è andato per il meglio. Forse proprio per il sole non c'è stato un grande afflusso di persone che se ne saranno andate al mare ad asciugare l'anima dopo questa primavera bagnata. Abbiamo allestito il nostro spazio velocemente e mi è sembrato anche abbastanza dignitosamente nonostante non sapessimo molto bene cosa fare. Non ho fatto molte foto e quelle poche le ho fatte male, non era la giornata o ero distratta dalle altre cose, comunque questa è la mitica Cicci dietro alle sue creazioni!


E questa la mia zona


Complimenti tanti, nessuno credeva - senza toccare - che le mie creazioni fossero di carta e per assurdo le cose che ho venduto erano proprio quelle che contavo di riportare a casa come invendute. Ah ah!
L'aspetto decisamente piacevole è stato l'incontro con le altre creative. Forse proprio per la scarsa affluenza di persone ci siamo messe a chiacchierare, a confrontarci ed a scambiarci consigli o esperienze. Davvero carino.

Anche se il grosso dell'esposizione consisteva in bijou fatti a mano c'era anche qualcosa di "diverso". Proprio davanti a noi c'era
Marina con creazioni realizzate con una speciale plastica fustellabile e cangiante che non avevo mai visto (beata ignoranza), Livia e Gaia con gioielli in argento e bronzo veramente belli. Una menzione speciale va a Monica - di cui sigh! non ho preso ne' mail ne' sito - con delle ceramiche fantastiche che sarebbero state degne di un negozio di design. Un vaso-gnomo-elfo che se avesse tirato fuori i piedini e fosse scappato in giro tra gli stand non mi sarei stupita neanche un po' e una serie di ciotole che avrebbero fatto impazzire Tarantino prima maniera. Belle belle.

Adesso mi rimetto in moto a macinare idee per le prossime volte. Vedremo.

venerdì 7 maggio 2010

Kanzashi

Oggi piove, fa un freddo becco, devo andare dal commercialista per la dichiarazione dei redditi, mi devo lavare i capelli e devo passare l'aspirapolvere dovunque. E per fortuna che non è lunedì!
Le belve dormono da questa mattina, un sonno tipo letargo, schiantate, ogni tanto si alzano a dare una leccata alla ciotola e poi ripiombano nel torpore. Magari il tempo fa effetto anche su di loro. Gatte metereopatiche?

Meglio, così ne ho approfittato per metter su qualche altro pezzo. Basta orecchini, per ampliare un po' l'orizzonte riapro la serie tessuto. Era un po' di tempo che non giocherellavo con la stoffa e per riprendere la mano c'è qualcosa di meglio dei maledettissimi fiori Kanzashi? Tanto belli quanto rognosi a farsi (almeno per me) e a peggiorare le cose ho fatto il primo taglio di stoffa da 5 centimetri, quindi pieghe microscopiche e spilli dovunque. Il secondo da 7 centimetri, ma ho pasticciato peggio del primo, perché non riuscivo a fissare bene il bottone centrale e ho avuto la brillantissima idea di usare la colla. Disastro. Il terzo l'ho fatto gigante... per gratificare il mio amor proprio e dimostrarmi che la testardaggine ripaga. Almeno sui grandi formati! Il bottone che ho usato per quest'ultimo è veramente prezioso. Faceva parte della collezione di mia nonna ed è in madreperla - vera - e dovrebbe risalire agli anni '50 con un micro decoro a mano lungo il bordo. Mi piaceva troppo però.
Per chi si volesse cimentare qui un tutorial e qui un'altro con video esplicativo.





mercoledì 5 maggio 2010

Preparazioni

Il 9 si avvicina e le attività fervono. Oh come fervono! Questo mercatino sta mettendo a dura prova il mio, scarso, senso dell'organizzazione.
Sto rompendo le balle a tutti per consigli e aiuti. Il mio babbo (santo) si è fatto schiavizzare come al solito e mi ha tagliato il legno per fare gli stand per gli orecchini. Da bravo ingegnere si era inventato un sistema per tenerli dritti da vero scienziato pazzo, smontabili ed impilabili con minimo ingombro, la funzionalità assicurata ma l'estetica mostruosa. Ho optato per delle fantastiche staffe d'abete. Magari meno stabili ma decisamente più carine. Nella fretta - maledetta - ho dipinto le cornici ma non sono venute una meraviglia, al massimo per il prossimo mercatino, una scartavetrata e ridipingo con maggiore attenzione. Le assistenti di studio hanno dato la loro approvazione, dopo attento ed accurato esame. Più che altro io cercavo di farle scendere dal tavolo, ma la curiosità era troppa e alla fine ho optato per la tattica del disinteresse e loro hanno abboccato come torde. Gatti!

Visto che di pezzi non ne ho tantissimi ho deciso di puntare sul "poco ma buono", quindi poche cose valorizzate dalle cornici dipinte e qualche pezzo sul tavolo. Bho. Poi andrò a sbirciare nelle altre bancarelle per vedere le varie tattiche e chiedere qualche consiglio. Soprattutto mi affiderò alla magica Cicci, con cui dividerò lo spazio espositivo, che è un vulcano di idee e una fantastica ottimizzatrice. Per chi volesse passare il mercatino è a Roma, zona Viale Jonio, esattamente in via Val di Sangro.
E adesso al lavoro per finire qualche altro pezzo da esporre!