Anche gli scatti sono improbabili, soprattutto per la luce che latita in questi giorni di maltempo. Qui piove a dirotto da oramai 2 giorni, le belve feline sono in letargo nella tana di pile e l'atmosfera è crepuscolare. E' il momento propizio al paper cutting.
Buio intorno, luce solo sul piano da lavoro, una tazza XXL di caffè fumante, carta e bisturi. Non si può desiderare nulla di meglio! Il mio piano di lavoro è precipitato nella spirale di delirio, delizia e caos creativo che contraddistingue la seconda fase del paper cutting. Prima progetto, disegno, faccio qualche prova preliminare, e poi riporto tutti i pezzi dei disegni sul cartoncino definitivo. A quel punto mi immergo nel paper cutting e il caos esplode in tutta la sua potenza.
Pezzetti di carta per ogni dove, concentrazione, tagli imprecisi, maledizioni conseguenti, soddisfazione, aggiustamenti in progress, pezzo finito, avanti il prossimo! Processo che può durare anche giorni, fino al completo taglio di tutti i pezzetti da assemblare.
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Il lavoro sporco | The dirty work |
Nel mio delirio cerco almeno di darmi un'ordinata con la suddivisione dei pezzi. Quelli da tagliare, quelli tagliati, quelli da dorare e quelli finiti. Alterno momenti di taglio a momenti di incollaggio, visto che lascio ogni elemento ad asciugare sotto pressione almeno 5 ore (in inverno anche 10 ore).
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Dall'alto in senso antiorario: pezzi tagliati | lavorazione | scarti | pezzi incollati
From above clockwise: cut pieces | cutting | scraps | glued pieces
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E più sono gli strati da incollare più tempo ci vuole per farli asciugare. Pazienza è l'ingrediente principale, se fremi e vuoi vedere subito il risultato corri il rischio di rovinare tutto e dover riniziare da capo. Non è una tecnica per frettolosi! Come ogni tecnica che si rispetti, ha i suoi strumenti dedicati, che alla fin fine si riducono a 2 fondamentali:
• bisturi
• carta
Si, certo, poi ci vuole progettazione, pazienza ed un certa tendenza al masochismo da insuccesso. Per non esser da meno, ne ho aggiunti di personali (strumenti), perchè alcuni effetti a mano non ci si riesce manco se sei un ninja del bisturi. Tipo
fare i buchini tondi.
C'è chi li fa con uno spillo, ma a causa della compressione del materiale vengono dei buchi a "cono"; davanti incavati e dietro estrusi, senza contare che vengono microscopici. Altri consigliano il taglio a poligono, ossia una serie di micro-incisioni lungo il bordo del cerchio fino ad avvicinarsi quanto più possibile alla circonferenza. Va bene per un foro, già due vicini urlano vendetta e si sputano vicendevolmente.
Io ho risolto con una fustellatrice handmade. Ho smontato un'antenna di una vecchia radio portatile, (una di quelle telescopiche, fatte da una serie di tubicini di diametro decrescente) e ho limato una parte dei tubicini fino ad ottenere un bordo tagliente che uso come fustellatrice. Più largo è il diametro del tubicino, maggiore è il diametro del foro che si ottiene.
Come base utilizzo un pezzo di piombo (ex peso da immersione, fuso* e versato in una forma tecnologicamente avanzatissima... il bicchierino di alluminio di una candelina Ikea) che è abbastanza duro da farmi da incudine ma abbastanza morbido da non rovinare il filo delle fustelle handmade. Infine come martello, uso un martelletto da orologiaio trovato per terra durante una passeggiata (raccolgo qualsiasi cosa...) - (è quello che si vede nella prima foto, in basso a sinistra).
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Incudine e fustelle fai-da-te | Handmade anvil and punches |
E questo è quello che si ottiene usando le fustelle di diverso diametro:
A che mi serve quel rettangolo tutto bucherallato? Surprise! Alla prossima puntata de: "Strumenti improbabili".
Stay tuned!
*Si, lo so che il piombo è neurotossico, ma per arrivare alla tossicità di tutto quello che ci siamo respirato (di piombo) fino alla benzina "verde" dovremmo leccare un panetto di piombo tutti i giorni per 10 anni.
Inoltre è facile da lavorare, fonde a bassa temperatura (330°) ed ha il fascino dell'Uranio decaduto.